Le interfacce vocali stanno cambiando radicalmente le nostre abitudini: quelle dei consumatori, che dettano sempre più spesso le loro ricerche allo smartphone o all’altoparlante intelligente, ma anche quelle degli esperti SEO e degli specialisti del marketing digitale, costretti ad affrontare di petto le conseguenze sulla SEO di questa evoluzione.
Nel giugno 2017 una ricerca britannica commissionata da Google ha rilevato che il 42% dei suoi utenti effettua ricerche vocali tutti i giorni. Nella ricerca il colosso del Web, esaminando la rapida curva di adozione delle vocalizzazioni digitali, raccomandava ai brand (e alle agenzie digitali) di non sottovalutare l’importanza della ricerca vocale Google e non sbagliava. Nel frattempo la ricerca vocale è diventata sempre più popolare e non sembra arrestarsi.
Tale constatazione pone un grosso problema in termini di posizionamento naturale, poiché durante la navigazione le ricerche vocali e quelle scritte sono molto diverse. Se non utilizziamo la tastiera, il modo in cui interroghiamo i motori di ricerca cambia. Le pagine ottimizzate per la ricerca tradizionale non rimangono necessariamente tali per quella vocale, perciò è possibile che il posizionamento non sia altrettanto adeguato.
In pratica: che impatto ha la ricerca vocale di Google sulla SEO e quali cambiamenti operare?
Breve storia della ricerca vocale moderna
Senza risalire alle vere e proprie origini del riconoscimento vocale (le ricerche condotte da AT&T nel 1936), possiamo datare la nascita delle moderne interfacce vocali al 2007 e alla creazione di Siri Inc. Offerta gratuitamente sull’App Store nel 2010, l’applicazione Siri viene acquistata da Apple e integrata all’iPhone 4S in occasione del suo lancio nel 2011. In seguito, Microsoft sviluppa Cortana (disponibile a partire da Windows 8.1 e presente sui dispositivi Android), Samsung crea S Voice, Google realizza Google Now (di cui Google Assistant è un’estensione basata sull’uso dell’intelligenza artificiale) e, infine, Amazon inventa Alexa.
Oggi esistono interfacce vocali su smartphone, tablet e computer, ma ne sono dotati anche gli altoparlanti collegati o intelligenti (Google Home e Amazon Echo). Questi diversi dispositivi hanno permesso alla ricerca vocale di entrare nelle nostre case con un discreto successo.
Le cifre della ricerca vocale
A maggio 2016 il CEO di Google ha annunciato che il 20% delle ricerche effettuate negli Stati Uniti dall’applicazione Android del motore di ricerca erano state realizzate a voce. Da allora, il panorama continua a evolvere. Ecco alcune cifre che illustrano la crescente popolarità della ricerca vocale in tutto il mondo:
- Solamente nel mese di gennaio 2018 sono state realizzate più di un milione di ricerche vocali.
- Il 46% delle ricerche vocali quotidiane riguarda aziende e brand locali. In un anno il 58% dei consumatori ha utilizzato un’interfaccia vocale per trovare informazioni su un’azienda locale.
- Il 72% dei proprietari di altoparlanti collegati ha integrato il proprio dispositivo alla routine quotidiana.
- Quattrocento milioni di dispositivi incorporano Google Assistant.
- Il 39% dei millennial ha utilizzato un’interfaccia vocale nel corso del 2019.
Nel 2020 il 30% delle ricerche digitali sarà effettuato senza utilizzare lo schermo.
(Fonte: BrightLocal).
La ricerca vocale in pratica
Un altro aspetto importante, rilevato da uno studio realizzato da Google nel 2014, ha mostrato in che modo gli internauti utilizzano la ricerca vocale:
- Per fare ricerche precise e puntuali senza perdere tempo (pianificare un itinerario, trovare una posizione, degli orari, avviare un brano musicale, prendere appunti, telefonare a qualcuno, ecc.).
- Per semplificarsi la vita quando sono occupati a svolgere altre attività (cucinare, fare sport, guardare la TV, stare in bagno, in movimento, ecc.).
Se ne possono ricavare due lezioni: la maggior parte delle ricerche vocali ha un orientamento locale e la ricerca orale consente di rispondere a problemi concreti (ossia quando non è possibile utilizzare le mani).
Dal Mobile First al Voice First?
Mentre Google sta ancora implementando il suo index Mobile First, può (già) sorgere una domanda legittima: stiamo andando verso un’esperienza di ricerca che favorisce la voce?
Tre argomenti forniscono spunti di riflessione:
- L’index Mobile First mira a dare più spazio alla ricerca mobile nei risultati, considerando le pagine mobile come le versioni principali dei siti Web.
Tuttavia, come sappiamo, la ricerca vocale (e in particolare la ricerca vocale di Google) viene eseguita in gran parte su dispositivi mobili, utilizzando strumenti privi di schermi (altoparlanti intelligenti). I due fattori sono, quindi, interconnessi.
- Google s’interessa da vicino alle possibilità offerte dall’intelligenza artificiale e non è un caso che la società abbia cambiato il nome del blog dedicato alla ricerca e sviluppo da Google Research a Google IA.
L’IA è proprio uno degli elementi che consente alla ricerca vocale di Google di funzionare attraverso uno dei suoi componenti fondamentali: l’elaborazione automatica del linguaggio naturale (Natural Language Processing), vale a dire il modo in cui le macchine apprendono le sottigliezze del linguaggio umano per rispondere meglio alle ricerche… vocali!
- Google integra sempre più dati nei suoi algoritmi di classificazione provenienti da Google Voice Search, da Google Assistant e dagli altoparlanti Google Home.
Il gruppo ha anche cominciato (all’inizio del 2018) a inviare messaggi ai curatori dei siti per incoraggiarli a ottimizzare i loro contenuti (tra cui notizie, podcast e ricette di cucina: le informazioni più richieste dagli utenti vocali di Internet) per Google Assistant.
Da qui a chiedersi se Google non si stia preparando per passare all’esperienza Voice First c’è ancora molta strada. Tuttavia, molti esperti di ricerca online sottolineano che sia possibile (questo articolo ne è la dimostrazione), anche se non accadrà necessariamente domani.
Una cosa è chiara: Google scommette sul fatto che gli utenti del futuro preferiranno dettare e ascoltare, piuttosto che scrivere e leggere. Inizialmente il cambiamento riguarderà contenuti specifici, come ricette di cucina (che non è facile leggere mentre si affettano le verdure!), notizie (che si possono ascoltare facendo colazione o in macchina) e podcast (ascoltabili in movimento: in viaggio, facendo attività sportive, ecc.). Successivamente, tuttavia, sempre più contenuti potrebbero essere interessati da questa evoluzione.
Quale impatto sulla SEO?
Ecco perché ha senso preparare da subito il proprio sito Web alla ricerca vocale, prima che sia troppo tardi, ossia prima che la concorrenza riduca ogni possibilità di guadagnare le prime posizioni nelle SERP.
Qual è esattamente l’impatto della ricerca vocale sulla SEO?
È possibile identificare diverse tendenze principali:
- Sempre più frequentemente le ricerche diventano domande vere e proprie. La ricerca vocale, tipicamente locale, favorisce le forme interrogative: “A che ora inizia il mio film?” o “Quale pizzeria è ancora aperta a quest’ora?”. Inoltre, gran parte delle ricerche locali sono seguite da azioni (una chiamata, uno spostamento, ecc.).
- Le ricerche diventano frasi reali. Al contrario, digitando le parole chiave sulla tastiera in Google l’utente tende a rimuovere tutto ciò che non è significativo per il motore di ricerca (articoli, preposizioni, avverbi) e, in ogni caso, il motore non tiene conto di questi termini.
Le ricerche formulate oralmente, invece, assumono la forma di frasi complete: “Google, che tempo fa oggi pomeriggio?” o “Chi ha vinto il torneo maschile del Roland Garros quest’anno?”, e così via.
- Trasformandosi in frasi complete, le query si allungano naturalmente e si passa da parole chiave generiche a espressioni a coda lunga: non cerchiamo più “panificio Milano domenica”, ma “Quale panificio è aperto la domenica a Milano?”.
- Sono sempre presenti errori di formulazione, ma di tipo diverso. Il problema più grande che i SEO si trovano ad affrontare è rappresentato dagli errori di ortografia: devono prevedere che un internauta possa scrivere “vendita immobiliare”, ma anche “vendita imobiliare” o “vedita immobiliare”.
L’interfaccia vocale aiuta a eliminare questi errori poiché si occupa di “scrivere” la domanda a partire dall’espressione orale dell’utente. Tuttavia, questo passaggio determina la comparsa di altri errori (incomprensioni e malintesi), come capire una parola per un’altra.
- La posizione zero diventa ancora più strategica: già popolare tra i brand perché visualizzata in cima alle SERP, è anche la sola e unica risorsa utilizzata dagli assistenti vocali in risposta alle specifiche domande degli utenti.
Il che è abbastanza logico, Google Home non enuncia un elenco di risultati chiedendoti di selezionarne quello più pertinente! È, quindi, l’interfaccia che sceglie al posto dell’utente, attingendo da questa ambita posizione. In questo senso, la prima risposta è sempre quella giusta e il primo posto è l’unico valido.
Per ottimizzare la propria SEO per la ricerca vocale di Google è necessario prendere in considerazione queste tendenze.
Come ottimizzare il proprio sito per la ricerca vocale Google?
Esistono diversi modi per ottimizzare le pagine Web adattandole alla ricerca vocale. Ecco una panoramica dei principali strumenti disponibili.
I CONTENUTI
I problemi relativi alla ricerca vocale di Google costringono a modificare il target dei contenuti prodotti. Si tratta, perciò, di:
- Rispondere a domande specifiche in modo chiaro, semplice e dettagliato.
- Redigere contenuti che rispondano alle domande ricorrenti degli utenti con informazioni a elevato valore aggiunto.
- Formulare la domanda in diversi modi per coprire tutte le possibilità formali (compresi i malintesi derivanti da un fraintendimento della richiesta da parte dell’interfaccia).
- Proporre contenuti più lunghi ed elaborati dal punto di vista semantico.
- Pubblicare contenuti educativi e didattici, facilmente riutilizzabili sotto forma di featured snippet.
- Rielaborare la struttura del contenuto per inserire domande nei titoli, fornire brevi risposte nell’introduzione e dettagliare l’argomento nel resto della pagina.
Quest’ultimo punto ha il doppio vantaggio di ottimizzare le informazioni introduttive per la ricerca vocale di Google, con la probabilità, seppur limitata, di raggiungere la posizione zero, garantendo al contempo una migliore indicizzazione della pagina, grazie al contenuto più denso che segue nel resto della pagina.
Per soddisfare i nuovi requisiti della ricerca vocale in termini di SEO, si parla anche della rinascita delle FAQ (che, per definizione, offrono domande e risposte) e dei forum (i messaggi degli utenti di Internet vengono formulati in linguaggio naturale).
LE PAROLE CHIAVE
La ricerca vocale di Google fa evolvere anche la nostra relazione con le parole chiave. A due livelli:
- Utilizzando parole chiave più lunghe e precise (a coda lunga) e riempiendo il contenuto di termini ed espressioni semanticamente vicini alla query principale. La lunga coda si adatta alle nuove forme di ricerca: interrogative e in linguaggio naturale.
- Concentrandosi sempre meno sulle parole chiave, favorendo contenuti ad alto valore aggiunto in grado di rispondere con precisione all’oggetto della ricerca e soddisfare gli utenti.
I DATI STRUTTURATI
I dati strutturati svolgono un ruolo importante nella qualità dell’esperienza utente durante la ricerca vocale. Codificati nel markup delle pagine Web, questi dati sono utilizzati per creare risultati multimediali (schede multimediali, estratti multimediali), particolarmente adatti alla ricerca locale e, quindi, vocale.
Anche se i dati strutturati non sono un fattore di classificazione, aiutano i robot di Google a comprendere meglio le pagine Web e a posizionare meglio il contenuto nei risultati di ricerca vocale di Google.
IL MOBILE-FRIENDLY
A questo punto, diventa evidente l’importanza di offrire pagine Web ottimizzate per la visualizzazione su dispositivi mobili. La ricerca vocale viene effettuata soprattutto su smartphone e tablet e il suo utilizzo assume maggior significato durante gli spostamenti.
ORIENTAMENTO AL CONSUMATORE
Inoltre, la ricerca vocale è, per aziende e marchi, uno strumento per comunicare in modo personalizzato con i consumatori, raggiungerli e coinvolgerli più efficacemente. Di conseguenza, è necessario orientare la propria strategia SEO verso il consumatore e comprenderne le esigenze, le aspettative e i problemi, al fine di rispondervi al meglio attraverso i contenuti ottimizzati per la ricerca vocale.
La ricerca vocale è alle porte, se non vuoi perdere la tua occasione è tempo di cavalcare l’onda e ripensare alla tua strategia SEO!